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Se andiamo a sfogliare un giornale locale di 10 anni fa, troviamo gli stessi argomenti dibattuti oggi. La mancata elettrificazione della linea Biella Novara, il calo demografico inarrestabile, le strade che non riescono più a realizzarsi. Oggi, però, abbiamo, (o continuiamo ad avere) due grandissime risorse coesistenti: i depositi bancari, i più ingenti d’Italia; e una rappresentanza politica che non ha eguali a livello nazionale e nella nostra storia domestica, con biellesi ai vertici della Regione e del Governo. Visto che la Biella di domani si costruisce oggi, non abbiamo più scusanti e dobbiamo trovare quell’alchimia che faccia reagire questi due elementi per produrre un effetto propulsivo per il territorio e che ci faccia volare più in alto, con progetti meno asfittici di quelli che si stanno prospettando, vedi il riutilizzo dell’ex ospedale di Biella dismessa. Nulla che pensi ai giovani, come ad esempio la creazione di un polo scolastico sapendo che la scuola del futuro non sarà più quella di oggi fatta solo di aule, (i progetti del passato sono rimasti nel cassetto), così come l’idea di Mauro Vercellotti per la parte antica di senior housing sarebbe un bel connubio e molto vitale.
Insomma vietato sbagliare, pensare meno ai voti e agli interessi di bottega , ma più al bene della collettività. Intanto a tal proposito, ricordiamo e ringraziamo quell’esercito del bene e dell’amore composto da migliaia di persone biellesi, sparsi in tante associazioni (citarne una faremmo un’ingiustizia alle altre) che dedicano in modo silenzioso, senza apparire, senza applausi il proprio tempo al servizio di chi soffre. Grazie di cuore e buon anno!
Vittorio Barazzotto
- collettività, polo scolastico
Per il Sole24Ore siamo primi in Italia per ricchezza e consumi. Un dato positivo, soprattutto se ci guardiamo attorno, con la povertà in aumento e i venti di guerra che ci soffiano sul collo.
Gli altri indicatori dello studio, tuttavia, indicano che questi patrimoni non vengono reinvestiti, siamo infatti nella parte più bassa della classifica nazionale per lavoro e affari. Per noi quindi, meglio mettere via i soldi e non intraprendere, evitando il rischio di fallire in ambiti diversi da quelli che un tempo ci avevano dato tanta sicurezza.
Sulla cultura e tempo libero stiamo peggiorando e perdendo posizioni, nonostante uno sforzo di marketing che non ha eguali nella nostra storia; non bastano le tappe del giro per risollevare l’indice di sportività che ci ha fatto perdere 11 posizioni in un solo anno. Così come le mostre altisonanti non sono sufficienti per guadagnare punti; manca un progetto e si è trascurata la storia del nostro territorio, come dimostra lo stato di abbandono del Museo, costretto a chiudere per infiltrazioni di umidità e una città senza museo è una città senza radici, instabile e senza identità. I biellesi hanno l’umore a terra e si sta perdendo la speranza, che rappresenta la propulsione al miglioramento.
Insomma, non dobbiamo dirci che va tutto bene, che basta riempire qualche vetrina spenta per incoraggiare i consumi; i dati vanno letti in modo oggettivo se si vuole invertire la rotta.
Soprattutto occorre uno sforzo collettivo decisamente maggiore, un coraggio, un saper volar alto per tornare a sfiorare i risultati del passato e così, magari, a riuscire a contrastare la povertà che sta aumentando anche da noi, perché la ricchezza che ci distingue non crea beneficio alla comunità. Per tanti questo non sarà un bel Natale, anche nel ricco Biellese.
Vittorio Barazzotto
- indicatori, povertà in aumento, sforzo collettivo
Una delle prime donne ad aver preso il brevetto di maestra di sci in Italia è Giovanna Ramella Paia, ora ultranovantenne di Pollone, che da ragazza trasformò il suo amore per la neve, coltivato sin dall’infanzia sulle montagne di Oropa, in professione, diventando la prima istruttrice di sci del Biellese, punto di riferimento per generazioni di ragazzi che si sono appassionati a questo sport grazie alle sue qualità professionali e umane.
Oggi Giovanna ricorda con felicità le discese dal Lago del Mucrone e le risalite continue con la teleferica, il trampolino per le gare di salto e lo spirito un po’ avventuriero dei ragazzi della sua generazione, in frammenti sparsi di memoria di un territorio che, in pochi decenni, ha cambiato profondamente il suo aspetto e le sue vocazioni. Nonostante l’età avanzata,
Giovanna ha ancora molto da insegnare, soprattutto il merito di essere stata una delle pioniere delle maestre di sci in Italia, grazie alla naturalezza che anima le persone guidate da una passione, che consente di fare la storia, di aprire nuove strade, senza clamori e con molto garbo. Questa avanguardista silente in campo femminile ci rammenta che l’amore per quello che si fa è il principio che dobbiamo preservare oggi e, inoltre, il fatto che lo rappresenti una persona in età così avanzata è una carezza per l’anima.
Vittorio Barazzotto
- Giovanna Ramella Paia, maestra di sci
Gli auguri natalizi messi sotto la statua del bersagliere di Biella fanno discutere. L’abbreviazione inglese del Natale X-MAS sembra rievocare la Decima MAS, di memoria fascista, e fomenta le polemiche che compiacciono la destra, che accusa la sinistra di una caccia alle streghe ridicola e anacronistica.
Non sappiamo se si tratta di una coincidenza o di una scelta, ma per una forza di governo che difende la lingua e le tradizioni italiche, ricorrere ad inglesismi, per di più abbreviati, sembra molto incoerente e fa supporre che si tratti di un messaggio sì identitario , ma di un’ideologia politica ancora dura a morire.
Se così fosse, la collocazione davanti a Villa Schneider, teatro di torture durante gli anni della Repubblica di Salò, sarebbe un brutto segnale, in conflitto con la storia della Città, insignita della “Medaglia d’Oro al Valor Militare per il contributo offerto dalla popolazione alla lotta di Liberazione”, che sul gonfalone di Biella simboleggia la libertà, la democrazia, conquistate duramente grazie anche alla lotta e al sacrifico delle genti biellesi dopo vent’anni di tirannie . Quella stessa libertà che oggi rischiamo di oltraggiare con un accostamento al Natale che sembra quasi blasfemo.
Se questo è voluto, hanno fatto un capolavoro.
Vittorio Barazzotto
- auguri natalizi, memoria fascista, statua del bersagliere, Villa Schneider
L’affermazione della consigliera comunale di Biella, in forza FdI, ha fatto molto discutere. Per lei, il problema dei trasporti nel Biellese è una giustificazione perché ci si può spostare comodamente in auto, magari
organizzandosi con altri pendolari per dividere le spese. Tutto molto semplice.
L’ aspetto più preoccupante di questa esternazione, visto il ruolo istituzionale che ricopre e la mancanza di smentite, è il dubbio che questo sia il pensiero dello schieramento che rappresenta.
Probabilmente si è trattato di una dimenticanza, oppure meglio non dar peso ad affermazioni ritenute solo personali e imbarazzanti dal punto della visione di un territorio.
In qualità di consigliere, tuttavia, ci si esprime su queste tematiche come partito e un chiarimento dalla giunta, i tanti pendolari biellesi, se lo meriterebbero, soprattutto in questo periodo in cui i treni funzionano
sempre peggio.
Se questa fosse l ’opinione dominante, sarebbe interessante sapere anche i dettagli sull’ aspetto organizzativo / logistico nel combinare piccoli gruppi di pendolari con orari affini, destinazioni attigue e la
disponibilità a rotazione di un’auto.
Insomma, capire come si può arrivare in orario in un cantiere, in una banca o in un qualsiasi ufficio. In un ospedale o ad un esame all’università. Turisti e Alpini compresi.
L’elenco è lungo. Ora ci si aspetta un piano articolato e preciso per rispondere ai tanti dubbi sollevati.
In politica le domande non hanno colore, le risposte invece sì, e questa ha tinte molto fosche.
Vittorio Barazzotto
- auto, pendolari
“Scusi, oggi proprio non posso”, “io non credo a queste cose”, “no, grazie”, “chissà poi dove va a finire quello che raccogliete”. Sabato scorso decine di volontari della colletta alimentare hanno sentito le scuse più disparate dalle persone che hanno rifiutato di aderire all’acquisto di un pacco di pasta o una bottiglia di salsa di pomodoro. Ovviamente sono stati tantissimi i cittadini che hanno contribuito al successo dell’iniziativa, però la reticenza di molti non si spiega del tutto. La beneficenza locale, quella che riguarda qualche nostro vicino alle prese con i conti che non tornano, è diretta e funzionante.
Basta informarsi nelle parrocchie o tra i volontari “della San Vincenzo” che aiutano, concretamente decine di famiglie con pacchi alimentari. Chi riceve fatica spesso non solo a far quadrare il bilancio domestico, ma anche e soprattutto a chiedere, a esporsi. Questa catena di solidarietà capillare garantisce invece anche la discrezione necessaria e la reale necessità è confermata dai riferimenti del quartiere, che conoscono i destinatari.
Strano perché in fondo si chiede solo un pacco di biscotti o una confezione di tonno in scatola, nulla che ci impoverisca economicamente, ma che ci inaridisce sempre di più umanamente.
Per tornare ad essere meno incarogniti, meno vecchi e lamentosi, apriamoci ai bisogni fondamentali degli altri e, citando De André, che la pietà (se ancora ne abbiamo) non ci rimanga mai in tasca!
Vittorio Barazzotto
- pacchi alimentari, solidarietà