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“Scusi, oggi proprio non posso”, “io non credo a queste cose”, “no, grazie”, “chissà poi dove va a finire quello che raccogliete”. Sabato scorso decine di volontari della colletta alimentare hanno sentito le scuse più disparate dalle persone che hanno rifiutato di aderire all’acquisto di un pacco di pasta o una bottiglia di salsa di pomodoro. Ovviamente sono stati tantissimi i cittadini che hanno contribuito al successo dell’iniziativa, però la reticenza di molti non si spiega del tutto. La beneficenza locale, quella che riguarda qualche nostro vicino alle prese con i conti che non tornano, è diretta e funzionante.
Basta informarsi nelle parrocchie o tra i volontari “della San Vincenzo” che aiutano, concretamente decine di famiglie con pacchi alimentari. Chi riceve fatica spesso non solo a far quadrare il bilancio domestico, ma anche e soprattutto a chiedere, a esporsi. Questa catena di solidarietà capillare garantisce invece anche la discrezione necessaria e la reale necessità è confermata dai riferimenti del quartiere, che conoscono i destinatari.
Strano perché in fondo si chiede solo un pacco di biscotti o una confezione di tonno in scatola, nulla che ci impoverisca economicamente, ma che ci inaridisce sempre di più umanamente.
Per tornare ad essere meno incarogniti, meno vecchi e lamentosi, apriamoci ai bisogni fondamentali degli altri e, citando De André, che la pietà (se ancora ne abbiamo) non ci rimanga mai in tasca!
Vittorio Barazzotto
- pacchi alimentari, solidarietà
Mercoledì è stata la giornata mondiale della gentilezza, di cui abbiamo tutti un disperato bisogno, soprattutto a Biella.
Il volontariato è un buon laboratorio di benevolenza verso il prossimo, in particolare quello che capillarmente ravviva le nostre RSA; un veterano dei volontari, solo per citarne uno, è Omar Gioia, che per 65 anni ha animato costantemente con la sua fisarmonica circa 20 case di riposo, regalando allegria e spensieratezza in luoghi dimenticati e ha inoltre intrattenuto generazioni di bambini negli asili del territorio.
Secondo la cooperativa Anteo, rispetto al periodo pre Covid il numero di volontari è diminuito e solo recentemente in alcune strutture, come ad esempio il Belletti Bona, si sono ripristinate collaborazioni continuative con volontari, soprattutto pensionati, che intrattengono o assistono gli anziani. Interessante un progetto che Anteo ha avviato a Varallo, attraverso l’impegno di esercenti e commercianti locali disponibili a fornire un aiuto ai più deboli, creando un ambiente urbano solidale e accogliente.
Per riscoprire la gentilezza, dobbiamo uscire dalla nostra nicchia di solitudine ed egoismo, dandoci l’obiettivo di avvicinarci all’esempio di Omar Gioia. Se ci provassimo scopriremmo subito che ciò che si riceve è infinitamente superiore a quello che si dà.
Vittorio Barazzotto
- Belletti Bona, Case di riposo, Cooperativa Anteo, giornata mondiale gentilezza, Omar <gioia, RSA
A Biella manca il lavoro. Ce lo diciamo da anni, ma quello che si nota oggi è che mancano lavoratori. Non c’è settore economico che non lamenti la scarsità di mano d’opera, più o meno specializzata. Dal comparto industriale a quello dei servizi, la ricerca di personale è una priorità e la sua scarsità incide con le possibilità di crescita economica e sociale del territorio.
Ad esempio, nelle RSA, le residenze per i tantissimi anziani presenti nel Biellese, il personale è insufficiente e quello in servizio è sotto pressione. Chi gestisce un’attività artigianale sa quanto sia complesso reclutare nuovi giovani lavoratori e quanti rinuncino alla possibilità di un posto per non avere compromesso il proprio tempo libero.
Nel nostro distretto , che si sta rilevando meno operoso del passato, si è persa la cultura del lavoro e per soddisfare le esigenze di impiego sono una risorsa preziosa gli immigrati, che sostengono in maniera importante la nostra economia. Questa condizione, proiettata nel prossimo futuro, comporterà sempre di più l’allontanamento dei lavoratori più formati dal biellese, una necessità in crescita di lavoratori meno specializzati, soprattutto per i servizi di assistenza e un impoverimento della struttura industriale.
A Biella, però, la situazione è ancora più delicata che in altre zone del nord Italia per la mancanza cronica dei collegamenti. Una stagnazione lavorativa incoraggia un circolo vizioso; lo vediamo ogni giorno con la condizione dei trasporti locali, sempre più ingessati, o con il numero di posti vacanti nell’ospedale o in altri servizi pubblici, di cui ci ricordiamo solo quando ci scontriamo con le inefficienze dovute alla scarsità di personale.
Ci vuole una formazione, che non riguardi solo la scuola, ma che ci sia una spolverata al concetto della cultura civica, sancita dall’art. 2 della nostra Costituzione.
In sostanza “ la Repubblica, riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, […] ma richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Vittorio Barazzotto
- allontanamento, biellese, cultura del lavoro, mancanza collegamenti, mancanza lavoratori
Nei tempi che ci cambiano, le tradizioni più profonde resistono e convivono con le nuove consuetudini. Capita così di vedere aggirarsi assieme per i paesi, come ad esempio Valdengo, centinaia di bambini travestiti per Halloween e di trovare i cimiteri nel Biellese adornati di fiori e vivacizzati da persone di tutte le età che curano le lapidi dei propri cari.
Il sacro e il profano a volte si confondono, ma in questo caso è importante mantenerli separati. La declinazione, a volte un po’ goffa, che abbiamo dato alla festa anglosassone di Halloween è puramente ludica, i travestimenti mostruosi o le scorribande notturne sono un pretesto per fare festa, allontanando da noi il più possibile il pensiero della morte.
Il giorno cristiano dei defunti, invece, celebra il legame indissolubile con i nostri cari scomparsi e ci impone un momento di raccoglimento, cioè di estraniazione dalla nostra quotidianità spesso opprimente e ci immerge nel silenzio pacifico dei cimiteri.
E’ giusto che i bambini festeggino, ma è altrettanto importante che gli adulti ricordino, perché così possiamo, silenziosamente, insegnare loro il rispetto per la vita ed educarli all’empatia, amplificando le loro emozioni positive.
Vittorio Barazzotto
- Halloween, pretesto per fare festa, raccoglimento
Era il 2016 quando, grazie ad un lavoro di squadra (rarità da queste parti), si era concordato di progettare e finanziare l’elettrificazione della linea Biella – Santhià. Dieci milioni di euro iniziali. Il progetto invece della Biella Novara veniva rinviato per gli alti costi. Nello stesso lustro 2014/2019, inoltre, la Regione investì più di 40 milioni su entrambe le linee verso Santhià e Novara per rinnovare i binari e sopprimere qualche passaggio a livello lungo il tragitto. Ero consigliere regionale e con Unione Industriale, Regione, Provincia e Comune avevamo fatto un passo importante nella direzione giusta, quella che poi è stata persa negli anni successivi, perché i treni, oggi, non forniscono un servizio accettabile e alle disfunzioni locali si sommano quelle sulla linea Torino Milano.
I ritardi si accumulano, i biglietti inspiegabilmente aumentano e non sappiamo se qualche esponente politico si ponga, ancora, il problema di alleviare i disagi dei viaggiatori, dagli studenti che perdono gli appelli sino ai lavoratori che mancano i loro appuntamenti.
Chi viaggia, dopo anni di promesse incompiute, non ha più fiducia e non trova la forza di credere che sia possibile un miglioramento dei trasporti. Il risultato è un incentivo ulteriore ad abbandonare il Biellese, sempre più isolato da tutte le vie di trasporto.
Se mancano queste basi, non può essere credibile la politica quando promuove un rilancio turistico o progetti inverosimili di marketing del territorio. La debolezza della politica si avverte ora più che mai, vista l’eccezionale fase di allineamento di schieramento, a tutti i livelli istituzionali.
La colpa maggiore è stata quella di perdere le opportunità che erano state costruite con tenacia, con il risultato di essere tornati indietro di anni.
Troviamo la forza di crederci ancora e di chiedere, anzi pretendere, di non essere condannati a vivere ai margini di un binario morto.
Vittorio Barazzotto
- biellese, debolezza della politica, promesse incompiute, ritardi, treni
La Provincia di Biella ha un (altro) triste primato in Piemonte: abbiamo i tempi più lunghi per il riconoscimento delle pensioni di invalidità civile; l’attesa supera l’anno ed è il doppio di quanto aspettano, ad esempio, i nostri vicini vercellesi.
Il disagio per i richiedenti si concretizza in un mancato contributo economico per il mantenimento di una persona, generalmente anziana e con necessità di assistenza, in casa o in una struttura, e non è una consolazione poter usufruire dell’indennità arretrata, perché le spese sono immediate, tante e ingenti.
Sembra quasi beffardo che la nostra provincia, in cui la popolazione ha l’età media più alta, sia così poco considerata dalla Regione, che, assieme all’Asl locale, ha il dovere di risolvere questo disservizio che si protrae da tempo.
Le cause sono sempre le solite, cioè la carenza di personale sanitario che accerti le reali necessità dei richiedenti. Nel biellese si tratta di un problema diffuso, causato dalla scarsa attratività di un territorio che non riesce a risollevarsi. Infatti, i lavoratori occupati che chiedono il trasferimento altrove sono di più di quelli che vogliono arrivare, con la conseguenza che quelli che rimangono sono sempre più sommersi e in perenne affanno.
Al biellese non bastano l’adunata degli Alpini o la tappa del giro d’Italia nel 2025, che certamente rappresentano appuntamenti molto importanti, ma estemporanei. Abbiamo bisogno di un piano di rilancio e di una politica degna di questo nome, che con forza affermi il diritto dei cittadini biellesi di non essere più svantaggiati rispetto agli altri piemontesi.
Vittorio Barazzotto
- carenza di personale sanitario, disservizio, invalidità civile, piano di rilancio, Provincia di Biella, tempi lunghi