Tra i principi fondanti del giornalismo anglosassone c’ e’ quello
di non dare mai nulla per scontato, e quindi anche una
ricorrenza storica, va ripresa dall’inizio, in modo che fatti e date
siano riportati.
Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il
campo di concentramento di Auschwitz, portando alla luce il
piano razionale e criminale che Hitler mise in atto per lo
sterminio di milioni di persone, principalmente gli Ebrei, ma
riguardante anche Rom, Sinti, omosessuali e non solo.
Il 27 gennaio è per questo il Giorno della Memoria e il rischio
che stiamo correndo è di far svanire questa memoria.
L’ignoranza, la superficialità e la propaganda dilagano e si torna
a parlare di deportazione nel vecchio e nel nuovo continente.
Per stare a casa nostra, il conflitto attuale in Israele ha acuito le
divisioni e tanti ragazzi, anche tra i frequentanti le scuole biellesi, le piazze, gli ambienti sportivi
si sta sviluppando un odio antisemita sempre più manifesto, inneggiando spesso a Hitler.
Peccato che molti di loro sarebbero stati vittime delle deportazioni di Hitler, anche solo per il colore della pelle.
Confondere la storia e la propaganda antisemita sono semi malefici che dobbiamo estirpare attraverso la ragione,
la cultura e la capacità di riflettere. E di ricordare bene il debito che abbiamo verso coloro che si sono sacrificati e
che sono stati sacrificati affinché oggi potessimo anche solo semplicemente scrivere queste poche righe .
Vittorio Barazzotto