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Questa settimana sono due gli eventi che ci hanno aiutato a migliorare un po’ il nostro umore. San Valentino, che i più cinici associano solo ad una festa commerciale, porta con sè un significato che rimane immutato nel tempo, quello della celebrazione dell’amore, che ognuno si sente libero di dimostrare senza imbarazzo, come succede anche ai miei allievi più esuberanti, che si inteneriscono con cioccolatini, peluche o fiori. L’altro evento è il festival di Sanremo, che è l’ultimo grande spettacolo televisivo ìn chiaro seguito da milioni di persone di tutte le età e come tale diventa un tema di discussione e di confronto. L’offerta di intrattenimento è così ampia, da rendere sempre più difficile condividere gli stessi interessi e questa possibilità quasi infinita di scelta ci sembra una libertà, invece ci trasforma sempre di più in persone isolate e tristi. Anche nel Biellese, il festival unisce le persone, nelle famiglie o in casa con amici. Al circolo dell’oratorio di Valdengo, ad esempio, ogni anno le serate del festival sono un’occasione di incontro per seguire lo spettacolo, tra le sale adornate con fiori per riprodurre il clima del teatro Ariston. E se questo vi fa sorridere, vuol dire che il festival di Sanremo è riuscito anche questa volta a portarci un po’ di leggerezza e ha creato uno spazio comune di incontro e di confronto, senza prenderci troppo sul serio.

Vittorio Barazzotto

Da qualche anno in Italia il rilascio del passaporto in tempi ragionevoli è un’impresa quasi impossibile.

La Questura di Biella, invece, è in controtendenza visto che è riuscita a far rientrare i termini per il rilascio dei passaporti entro i 15 giorni, grazie ad un lavoro di squadra e all’impegno di tutto il personale.

Questo è uno dei segnali che giungono dalla Pubblica Amministrazione a Biella. Anche la Prefettura di recente si è avvicinata ai nostri comuni per comprendere i bisogni in tema di sicurezza, manifestando una nuova determinazione, che avvicina lo Stato alle persone e facendole sentire meno sole. La volontà di servire la comunità emerge anche dalla scelta delle ragazze e ragazzi biellesi che si sono da poco arruolati nei carabinieri. Dai social e dai giornali emergono le foto, in queste settimane, di famiglie commosse e di giovani emozionati nel mettere le mostrine al termine del giuramento. Scorgere le lacrime sui loro volti dopo un percorso di selezione e un addestramento molto impegnativo mette in luce uno dei lati migliore della società.

La cronaca e ciò che viviamo quotidianamente sovente offre uno spaccato del mondo giovanile poco confortante. Molte delle canzoni dei loro beniamini sono piene di volgarità e invocano alla violenza. Storie di omicidi, di criminalità e una lontananza nei confronti delle istituzioni che sfocia nell’ignoranza. Sì, c’è anche questo. Per contro, senza scivolare nella retorica, c’è una parte sana che abbiamo brevemente descritto, e non solo quella, che fa sperare che non tutto è perduto, che questi giovani sono migliori di una classe politica al vertice legislativo che per un terzo quasi è indagata. Da loro si dovrebbe emulare l’esempio e scusarci se invece molti in posizioni di potere offrono scenari che ci fanno piangere, ma non per la commozione, ma per la rabbia.

Vittorio Barazzotto

 

Il tratto Novara – Agognate, dove sorge il più grande polo logistico
Amazon del Nord Italia, è stato elettrificato per il transito di treni
merce, in tempi rapidi, veloci quanto il tempo di realizzazione
della stessa fermata ferroviaria pochi anni fa.
Questo significa che l’elettrificazione di un tratto ferroviario non è un’opera
trascendentale e che il patimento dei pendolari biellesi potrebbe essere
eliminato con uno sforzo unitario di tutte le rappresentanze politiche ed
economiche della nostra provincia. Non siamo Amazon, ma siamo la
provincia più ricca d’Italia e abbiamo una rappresentanza politica di rilievo
in tutti i gradi di governo. Un altro esempio? La Pedemontana
Piemontese con la tratta da Masserano a Ghemme consentirà di
collegare finalmente il Biellese all’autostrada. La spinta fondamentale
alla realizzazione progettuale e reperimento fondi, avvenne nella
legislatura 2014-2019 dove ci siamo battuti tutti affinché si arrivasse
all’obiettivo. Decisiva fu la pressione della Regione e di Chiamparino su
Roma, anche per le opportunità strategiche che si sarebbero
sviluppate su tutto l’asse autostradale; ne fu la prova l’insediamento della
Lavazza a Gattinara, dimostrando che la politica e l’economia, quando
lavorano in sinergia, creano crescita e futuro. Perché non provarci anche con
i treni invece di giocare a nascondino ?
Vittorio Barazzotto

Tra i principi fondanti del giornalismo anglosassone c’ e’ quello
di non dare mai nulla per scontato, e quindi anche una
ricorrenza storica, va ripresa dall’inizio, in modo che fatti e date
siano riportati.
Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il
campo di concentramento di Auschwitz, portando alla luce il
piano razionale e criminale che Hitler mise in atto per lo
sterminio di milioni di persone, principalmente gli Ebrei, ma
riguardante anche Rom, Sinti, omosessuali e non solo.
Il 27 gennaio è per questo il Giorno della Memoria e il rischio
che stiamo correndo è di far svanire questa memoria.
L’ignoranza, la superficialità e la propaganda dilagano e si torna
a parlare di deportazione nel vecchio e nel nuovo continente.
Per stare a casa nostra, il conflitto attuale in Israele ha acuito le
divisioni e tanti ragazzi, anche tra i frequentanti le scuole biellesi, le piazze, gli ambienti sportivi
si sta sviluppando un odio antisemita sempre più manifesto, inneggiando spesso a Hitler.
Peccato che molti di loro sarebbero stati vittime delle deportazioni di Hitler, anche solo per il colore della pelle.
Confondere la storia e la propaganda antisemita sono semi malefici che dobbiamo estirpare attraverso la ragione,
la cultura e la capacità di riflettere. E di ricordare bene il debito che abbiamo verso coloro che si sono sacrificati e
che sono stati sacrificati affinché oggi potessimo anche solo semplicemente scrivere queste poche righe .
Vittorio Barazzotto

Curiosa la discussione sui treni che nelle ultime settimane aleggia anche nel Biellese, dove l’abbiamo scritto e ripetuto, il disservizio è cronico, ma anche il resto della nostra penisola non se la passa bene. A farne le spese sono in primis i pendolari, sfiancati e illusi da mille promesse. La questione domestica però ha preso una piega molto diversa da quella nazionale, visto che in altre regioni i toni sono aspri, più polemici e si cerca d’individuare i responsabili della condizione pietosa dei trasporti, soprattutto tra le rappresentanze politiche o amministrative per chiederne conto. Qui è diverso. Intervengono alcuni imprenditori, artisti, simpatizzanti ad evidenziare le “criticità” in riunioni alle quali vengono gentilmente invitati anche le vittime del “dis-servizio” cioè i pendolari. Encomiabile il garbo, il linguaggio, le preoccupazioni, lo scambio di opinioni, insomma un clima quasi salottiero e invidiabile per la pacatezza. Qualcuno accenna che si dovrà chiedere ai politici in generale una spiegazione. Ora che la politica per Rino Formica fosse sangue e merda, me ne scuso per il linguaggio poco in linea con il bon ton locale, è una grande verità, specialmente per noi che siamo piccoli e non facciamo paura a nessuno. Però proprio per questo, con altrettanta gentilezza, suggeriamo ai promotori delle prossime riunioni sui treni d’invitare, anche una piccola, ma significativa rappresentanza di quel plotone di politici, oggi al potere, che son passati in passerella nel Biellese accolti e ricevuti con tutti gli onori, pubblici e privati. Hanno nomi e cognomi e hanno responsabilità, non abbiate paura non vi morderanno. Sono loro che vi, e ci, hanno illuso. Il resto è fuffa.

Vittorio Barazzotto

Ma quanta pazienza hanno i pendolari biellesi che ogni giorno si
sottopongono al Gòlgota con i treni nel tentativo di dirigersi verso
Torino o Milano? Infinita diciamo, pure eccessiva. Forse è
semplicemente rassegnazione, la stessa che serpeggia nel
territorio seminando pessimismo e fastidio. Il problema che per
arrivare ai due poli bisogna prima fermarsi a Novara e dall’altra
parte a Santhia’. E qui non ne veniamo più fuori da un disservizio
sempre più in crescendo che getta nello sconforto più totale non
solo coloro che sono obbligati a servirsene , anzi allontana qualsiasi
velleità di crescita o di capacità di attrazione di nuovi residenti. Hai voglia investire nella pubblicità e nella comunicazione. Siamo fermi al 2019. Da allora la situazione è crollata. Eppure di promesse in campagna elettorale se ne sono spese tantissime. Siamo i figli di un Dio minore o semplicemente, per non scomodare l’assoluto
impegnato in questioni più serie, considerati un territorio ai confini dell’impero, popolato in termini numerici pari ad un quartierino di Torino, quindi elettoralmente non interessiamo a nessuno e con una vocazione a dividerci che non ha eguali. Politicamente abbandonati perché in Regione per difendere il Biellese ci si dovrebbe anche scontrare con i colleghi e quindi alterare quegli equilibri che garantiscono delle comode rendite di posizione perpetue, leggi poltrone. Ci vorrebbe, diciamolo pure, un Luca Zaia che ad esempio: se nel suo Trevigiano , avessero provato a
prenderlo in giro come sul ponte della tangenziale da noi due anni fa (tre mesi di chiusura per dieci giorni di lavori) avrebbe alzatoprima qualche collega, poi qualche dirigente. Biellesi: “Sveglia” .
Vittorio Barazzotto