Pericolo in agricoltura

La disponibilità energetica è una delle grandi sfide che dobbiamo affrontare nel nostro Paese.

L’energia solare contribuisce a soddisfare questa esigenza ed è è incentivata dallo Stato, in vista del raggiungimento di obiettivi europei di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili.

Nel biellese, negli anni, abbiamo visto crescere in modo significativo questa tecnologia, che, necessitando di grandi superfici, spesso viene installata in campi agricoli. E qui nasce il problema.

Liberi e incolti o riconvertiti, i campi sono molto ambiti per questo nuovo utilizzo e, ad esempio, tra Vigliano e Valdengo per non parlare di Santhià, sono molto grandi le superfici coinvolte in progetti in fase di realizzazione. Il grido di allarme ( poco ascoltato) nel mondo agricolo: dal piccolo coltivatore diretto al grande risaiolo, dall’allevatore a chi va cercando a fatica un terreno per fare fieno, si  sta allargando sempre di più col rischio di minare un mondo che invece meriterebbe di essere valorizzato .

Certo che c’è la  necessità di potenziare  questa forma di produzione di energia, ma è  razionale ricoprire le aree naturali con i pannelli fotovoltaici? In più non ci sono a oggi garanzie sufficienti affinché in alcuni casi entrambe le funzioni: agricola e produttiva di energia, possano convivere.

Possibile che non si riesca a comprendere che non possiamo più permetterci di consumare altro suolo, e che ci sono  collocazioni migliori, magari implementando il ricorso alle grandi e vaste aree industriali dismesse che potrebbero essere riconvertite così si  migliorerebbe  anche l’impatto estetico di molte strade del biellese.

Vittorio Barazzotto