La farsa dei finti litigi

Vedere tanti anziani, sorretti da familiari o accompagnatori, che domenica scorsa in via Carso hanno atteso, sotto la pioggia, per più di un’ora la somministrazione della terza dose di vaccino, fa sorgere la domanda su che cosa in due anni la nostra sanità abbia imparato nella gestione dell’epidemia.
Code di persone si vedono anche da qualche giorno fuori dall’ospedale, visto che le nuove regole prevedono che all’entrata ognuno compili un questionario in cui indica le ragioni per cui accede alla struttura.
Queste immagini sembrano indicare che la sanità locale è in caduta libera. Nel periodo in cui il virus torna a correre, si decide di lasciare un solo punto vaccinale, creando disagi e penalizzando le fasce più fragili e si rende difficile la vita a chi deve entrare in ospedale, inventando un ennesimo orpello burocratico.
Oltre alla pandemia, anche la gestione dei reparti è in sofferenza. Per molti pazienti nel biellese si sta consolidando e incoraggiando,  un canale di assistenza sanitaria extra regionale, creato da ex personale qualificato che si è trasferito fuori dal Piemonte, generando una fuga di pazienti che impoverisce il nostro ospedale di competenze e dequalifica tutta la sanità piemontese.
Il metodo di selezione dei primari, che premia di più gli attestati anzichè l’esperienza in corsia o in sala operatoria, contribuisce ad acuire i disservizi che affliggono il nostro ospedale. La prova è che ogni paziente sceglie dove sia meglio farsi curare, mirando all’efficacia di un intervento fatto da un medico capace e con esperienza, a prescindere dal numero di attestati che possiede, anche se distante 300 km da casa propria.
La politica locale, nutrita nei rappresentanti, non incide. Si assiste solo alla farsa degli attriti tra la maggioranza politica in Regione, con uno schieramento che difende e un altro che accusa l’attuale direttore generale. Il problema non è il direttore generale, che rischia di diventare l’agnello sacrificale, ma la politica regionale a cui deve essere attribuita tutta la responsabilità di un ospedale che vede aumentare la mobilità passiva, quindi i costi, e ridurre i servizi per il biellese.
Gli anziani sorretti in coda al freddo e sotto la pioggia sembrano la rappresentazione di una città sempre più abbandonata a se stessa.
E a farne le spese siamo tutti, impoveriti nello spirito e nella tutela di un nostro diritto fondamentale.

Vittorio Barazzotto