Per il Sole24Ore siamo primi in Italia per ricchezza e consumi. Un dato positivo, soprattutto se ci guardiamo attorno, con la povertà in aumento e i venti di guerra che ci soffiano sul collo.
Gli altri indicatori dello studio, tuttavia, indicano che questi patrimoni non vengono reinvestiti, siamo infatti nella parte più bassa della classifica nazionale per lavoro e affari. Per noi quindi, meglio mettere via i soldi e non intraprendere, evitando il rischio di fallire in ambiti diversi da quelli che un tempo ci avevano dato tanta sicurezza.
Sulla cultura e tempo libero stiamo peggiorando e perdendo posizioni, nonostante uno sforzo di marketing che non ha eguali nella nostra storia; non bastano le tappe del giro per risollevare l’indice di sportività che ci ha fatto perdere 11 posizioni in un solo anno. Così come le mostre altisonanti non sono sufficienti per guadagnare punti; manca un progetto e si è trascurata la storia del nostro territorio, come dimostra lo stato di abbandono del Museo, costretto a chiudere per infiltrazioni di umidità e una città senza museo è una città senza radici, instabile e senza identità. I biellesi hanno l’umore a terra e si sta perdendo la speranza, che rappresenta la propulsione al miglioramento.
Insomma, non dobbiamo dirci che va tutto bene, che basta riempire qualche vetrina spenta per incoraggiare i consumi; i dati vanno letti in modo oggettivo se si vuole invertire la rotta.
Soprattutto occorre uno sforzo collettivo decisamente maggiore, un coraggio, un saper volar alto per tornare a sfiorare i risultati del passato e così, magari, a riuscire a contrastare la povertà che sta aumentando anche da noi, perché la ricchezza che ci distingue non crea beneficio alla comunità. Per tanti questo non sarà un bel Natale, anche nel ricco Biellese.
Vittorio Barazzotto