Li vediamo pedalare accaldati sotto il sole, al buio di notte e infreddoliti in inverno. Per i “rider”, i ragazzi che portano le pizze o la spesa a domicilio, non ci sono limitazioni stagionali o di orario, perché per ogni consegna la paga è così bassa che sono costretti a turni continui. Viaggiano su bici vecchie e trasportano la merce in zaini, le cui condizioni igieniche sono facilmente immaginabili tra le colature unte dei cibi e le lunghe pedalate nei giorni più caldi. A Biella ce ne sono tanti, le richieste che arrivano ai ristoratori sono in crescita. Alcuni di loro segnalano con stupore che spesso le consegne vengono fatte nello stesso isolato di dove si trova il ristorante, altri rilevano che i ragazzi non hanno tesserini di riconoscimento, come i corrieri “normali” e spesso non parlano italiano. Le società per cui lavorano investono capitali altissimi in pubblicità, ma poco nel personale, che viene sfruttato in condizioni che pensavamo superate, sotto l’indifferenza collettiva, in primis dei sindacati. Eppure sfrecciano sotto i nostri occhi e vicino alle nostre macchine, sono gli schiavi 4.0 nascosti da zaini appariscenti. Vedendoli, dobbiamo ricordarci di quanto è fragile la nostra democrazia e di come, pacificamente, siamo tornati indietro di un secolo senza che ce ne accorgessimo.
Vittorio Barazzotto