L’incultura della prevenzione

E’ una storia tipicamente italiana quella raccontata dal sig. Tarasco, che con un video pubblicato sul sito de La Stampa ha documentato la condizione del canale dove il suo cane pochi giorni fa è tristemente annegato.

La roggia in questione, gestita da privati, attraversa i comuni di Sagliano, Miagliano e Tollegno e scorre a cielo aperto, senza alcun tipo di protezione lungo il suo canale,  a ridosso del bosco e a pochi metri dalla strada, rappresentando una trappola mortale per gli animali selvatici, i cui corpi vengono trattenuti dalle griglie dell’azienda che utilizza l’acqua a scopo idroelettrico.

Dopo la denuncia del proprietario del cane e la mobilitazione dei giornali locali, in questi giorni i Comuni interessati si stanno confrontando per la valutazione di eventuali azioni di messa in sicurezza del canale. Per ora i comuni minimizzano l’allarme e rassicurano sull’incolumità delle persone, visto che il canale è ben visibile.

A Biella, come in tutto il Paese, sulla prevenzione siamo ancora impreparati.

In un’area boschiva di libero accesso la mancanza di protezioni fisiche su un canale rappresenta un pericolo concreto per tutti, testimoniato dal grande numero di caprioli, cinghiali e qualche malcapitato cane (non solo) che da decenni perdono la vita finendoci dentro, trascinati dalla corrente e impossibilitati a mettersi in salvo.

Per rendere sicuro il canale non dobbiamo aspettare per forza anche una vittima umana. Il sacrificio di tanti animali potrebbe essere sufficiente a destare un sussulto di attenzione, se non di pena, visto che investire in prevenzione costa molto meno che gestire una tragedia o un’emergenza.

Sembra più una mancanza di cultura della sicurezza, e prima ancora di sensibilità, che una carenza di risorse economiche e confidiamo nel risalto mediatico della notizia per sollecitare i comuni e i privati alla protezione del canale dalle cadute esterne. Per evitare altre morti cruente.

Vittorio Barazzotto