Tamponare l’emergenza

L’entrata in vigore dell’obbligo del certificato verde in tutti i luoghi di lavoro si è ripercosso con prepotenza sulle farmacie, impegnate oggi a gestire numeri inaspettati di tamponi per i non vaccinati.

Secondo il presidente di Federfarma Piemonte Piero Zantonelli, farmacista di Valdilana (Mosso), la richiesta di tamponi ha subito una decisa impennata in questi giorni. Basti pensare che fino alla scorsa settimana, i tamponi che si processavano settimanalmente erano circa 25.000, valore che corrisponde al dato giornaliero dello scorso giovedì 14.

In provincia di Biella sono circa una trentina le farmacie che si sono adoperate per svolgere i test rapidi necessari per il green pass e circa 5 quelle in cui si somministrano i vaccini, anche se per le dosi vaccinali esiste sempre il supporto territoriale dato dai centri a libero accesso, come quello di Biverbanca.

Scegliere di fare tamponi non è una strategia di marketing, i margini di guadagno sono scarsi, complici i prezzi calmierati e la necessità di dedicare infermieri ausiliari alla nuova attività, con tutti gli imprevisti che rallentano il servizio, come la piattaforma che emette il certificato spesso in ritardo, e il disagio degli altri utenti, che per l’acquisto di un farmaco vedono i tempi allungarsi.

La programmazione dei turni, poi, è complessa per far collimare le esigenze di chi necessita del green pass, che preferisce determinate fasce orarie, con la necessità di garantire la continuità lavorativa.

Un aspetto poco considerato, ma non secondario, è il rapporto umano con i clienti, sempre più esasperati, sia quelli che scelgono di fare il tampone, sia quelli vaccinati in coda per l’acquisto di una medicina.

Presto dovrebbero riaprire i centri che processano i tamponi per il green pass, alleggerendo la pressione sulle farmacie che in questo lungo periodo hanno dimostrato una grande professionalità, hanno retto i contraccolpi di una pandemia fatta di regole mutevoli e si sono adattate con flessibilità alle diverse esigenze dei cittadini, compensando la carenza della medicina del territorio.

Vittorio Barazzotto