Biellesi stringiamoci a coorte

Lo stato di salute del nostro ospedale non si misura più nei tempi d’attesa di una visita, ma nel dirottamento ad altre sedi sanitarie per controlli di routine. Capita così che per fare una visita geriatrica ti mandino ad Omegna o per una visita ortopedica ti indirizzino a Tortona, Novara o Torino.

Non solo l’ospedale, sono tanti i fronti su cui siamo ormai senza difese. Si pensi al caso del liceo chiuso a pochi giorni dall’inizio della scuola, alle sedi alternative affannosamente cercate con un conseguente frazionamento di locali, orari e disagi agli studenti e alle loro famiglie.

Che cosa sta succedendo a Biella? Sembra che le istituzioni non riescano più ad espletare la loro funzione principale, probabilmente a causa di un corto circuito tra gli enti che non si parlano più, ignorati da una politica locale litigiosa e impreparata.

Siamo al confine dell’impero, dimenticati e gli effetti sul territorio di una rappresentanza politica, nazionale e regionale nutrita e con ruoli importanti, non si vedono.

Perso il finanziamento del bando europeo per la riqualificazione urbana, possiamo comunque puntare sulla Fondazione Cassa di Risparmio o su altre fondazioni private locali, le cui risorse finanziare rappresentano un’occasione, che non va sprecata, su cui far convergere un progetto comune, condiviso con la politica e le istituzioni, altrimenti il fallimento rimane l’epilogo naturale di qualsiasi iniziativa non pensata per costruire un futuro di sviluppo alla città, che renda attrattivo il biellese per investire, vivere e crescere.

Come dice il nostro inno, “stringiamoci a coorte”, dobbiamo unirci, raccogliere le idee di donne e uomini, soprattutto giovani, di buona volontà, di lungimiranza che abbiano passione e conoscenza, non per puntare i pugni, ma per capire dove vogliamo andare e dare una prospettiva per i prossimi 10 anni ad una città che oggi sembra in caduta libera e pronta ad essere spolpata per quel che rimane.

Vittorio Barazzotto